all'ombra delle fanciulle in fiore

31 gennaio 2007

merge la casa

Finalmente sabato andro' a casa...e restero' un po' di giorni...
dal 5 al 7 saro' a Bruxelles per il seminario della fondazione crt, ma dopo andro' a casa...
ne ho proprio bisogno, e' stato un mese lungo, pesante, faticoso...
e in piu' a breve scadra' il mio tirocinio e devo cominciare a pensare seriamente a cosa fare...
ci sono giorni in cui mi sembra solo di perdere tempo, mi accorgo delle cose che non funzionano qui e non c'e' niente che possa fare..detesto questo sistema...

25 gennaio 2007

nooooooooooooooooooooooo

NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
ronaldo al milan................
oddddddddddddddddddddioooooooooooooooo
scusate ma e' un dolore troppo forte................

nooooooooooooooooooooooo

NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
ronaldo al milan................
oddddddddddddddddddddioooooooooooooooo
scusate ma e' un dolore troppo forte................

15 gennaio 2007

Buongiorno di Gramellini

Bellissimo!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Per iniziare la mattina di lunedi' con un sorriso

Palla alle mogli


Il famoso e fumoso calciatore David Beckham, noto per aver solcato i campi di mezzo mondo senza mai sporcarsi neppure un calzettone, ha preso una decisione «estremamente difficile e sofferta»: lasciare la panchina del Real Madrid, dove guadagna 9 milioni di euro l’anno, per trasferirsi nel pensionato del Los Angeles Galaxy, dove ne guadagnerà 36. La sua non è che l'ultima di una serie di decisioni estremamente venali, la cui responsabilità i campioni hanno scaricato sulle mogli. Quella di Zidane, a sentire il marito, non ne poteva più di Torino perché anelava il mare e solo una spiacevole svista dell'agente di viaggi spinse la coppia a trasferirsi sul noto bagnasciuga di Madrid. Quella di Shevchenko, purista delle lingue, indusse il coniuge a volare nella Londra di un magnate russo affinché il loro bambino potesse imparare l'inglese. Quanto alla signora Beckham, ex cantante senza voce delle Spice Girls, desidera diventare una star del cinema, ma a Madrid le è impossibile, a meno di sedurre Almodóvar, che probabilmente preferisce suo marito. Perciò ha chiesto a David il sacrificio di trasferirsi a Hollywood e quadruplicarsi lo stipendio.Qualcuno sarà libero di decantare l'evoluzione del costume che porta i maschi a condizionare la carriera alla famiglia, anziché trascinarla come un pacco sulla scia delle proprie ambizioni. A me sembra solo l'avanguardia di un'altra fregatura. E che le mogli, il cui destino è di accumulare sempre più ruoli, abbiano iniziato ad assumersi anche quello del capro espiatorio.

12 gennaio 2007

riflessione...

ho trovato questo articolo bellissimo e pieno di spunti di riflessione...

la repubblica
Quando l'odio
è senza controllo
di UMBERTO GALIMBERTI

PERCHE' ci spaventa la strage di Erba, dove una coppia di vicini uccide una madre, il suo bambino, la nonna e la signora della porta accanto? Lo spettacolo è truce, ma forse quel che più ci angoscia non è tanto la sua truculenza, quanto sapere se noi siamo del tutto immuni dai moti d'animo che hanno provocato questa tragedia.

Del tutto immuni no. E il nostro linguaggio lo rivela quando si abbandona a espressioni che, senza freni, tradiscono i nostri vissuti carichi di odio. Ma dal linguaggio solitamente non passiamo all'azione. A fermarci non è tanto l'uso della ragione, già messa fuori gioco dall'odio, ma quella "dimensione sentimentale" che registra la differenza tra il bene e il male, tra la gravità di un'azione e la sua irrilevanza.

Questa dimensione antecede persino i sentimenti d'amore e odio con cui conduciamo la nostra vita emotiva. Ed è grazie a essa che impediamo al nostro amore di soffocare e al nostro odio di uccidere. Ma quando questa dimensione non c'è? Quando nessuna risonanza emotiva avverte il nostro cuore della differenza tra un gesto innocuo e un gesto truce?

Allora siamo alla "psicopatia". Un termine coniato dalla psichiatria dell'800 per designare una psiche apatica, incapace di registrare, a livello emotivo, la differenza tra ciò che è consentito e ciò che è aberrante, tra un'azione senza conseguenze e un'azione irreparabile. Una psiche priva di quella risonanza emotiva che ciascuno di noi registra quando compie un'azione, dice o ascolta una parola.

E sì, perché la psiche non è una dote naturale che uno possiede per il solo fatto d'esser nato e cresciuto. La psiche è qualcosa che si forma attraverso quel veicolo, così spesso trascurato, che è il sentimento. Ora capita spesso che ai bambini insegniamo a mangiare, a dormire, a parlare. Ammiriamo i loro sprazzi di intelligenza, le loro intuizioni, ma poco ci curiamo della qualità del sentimento che in loro si forma e talvolta, a nostra insaputa, non si forma.

Il sentimento è l'organo che ci consente di distinguere cos'è bene e cos'è male, per cui Kant arriva a dire che è inutile definire cos'è buono e cos'è cattivo, perché ognuno lo "sente" naturalmente da sé. Questo criterio, che valeva al tempo di Kant, oggi vale molto meno. E la ragione va cercata nel fatto che i bambini di oggi sono sottoposti a troppi stimoli che la loro psiche infantile non è in grado di elaborare. Stimoli scolastici, stimoli televisivi, processi accelerati di adultismo, mille attività in cui sono impegnati, eserciti di baby-sitter a cui sono affidati, in un deserto di comunicazione dove passano solo ordini, insofferenza, poco ascolto, scarsissima attenzione a quel che nella loro interiorità vanno elaborando.

Quando gli stimoli sono eccessivi rispetto alla capacità di elaborarli al bambino restano solo due possibilità: o "andare in angoscia", o "appiattire la propria psiche" in modo che gli stimoli non abbiano più alcuna risonanza. In questo secondo caso siamo alla psicopatia, all'apatia della psiche che più non elabora e più non evolve, perché più non "sente".

L'appiattimento del sentimento di solito non è avvertito, perché l'intelligenza non subisce per questo alcun ritardo. Anzi, si sviluppa con una lucidità impressionante, perché non è turbata da interferenze emotive, come tutti noi possiamo constatare, quando di fronte a una prova, come un esame, le nostre prestazioni sono sempre inferiori alla nostra preparazione, per interferenza dell'emozione.

Nessuna meraviglia quindi di fronte alla freddezza e alla lucidità con cui la coppia di Erba conduce, per un mese, la sua vita normale come se nulla fosse accaduto, senza lasciar trapelare emozioni. Nessun stupore di fronte all'indifferenza al momento dell'arresto e di fronte all'ostinazione con cui, per un paio di giorni, i due sostengono il loro alibi, crollando solo dopo 10 ore d'interrogatorio, quando ormai anche le forze fisiche cedono.

La complicità nell'esecuzione della strage accomuna marito e moglie in una "follia a due", come la psichiatria francese definisce casi di questo genere. Accomunati dall'odio per i vicini di casa, dopo la strage i due si accomunano nell'amore reciproco, con un legame che il sangue versato rende saldissimo, nella vicendevole difesa di un vincolo di solidarietà che nulla riesce a scalfire, perché la loro psiche è piatta, non registra né pentimenti né ripensamenti. Solo alla fine, per sfinimento, una fredda confessione, senza manifestare il minimo senso di colpa, come se il loro cuore non fosse mai stato sfiorato da quel "sentimento di base" che sa distinguere immediatamente, e prima dell'intervento della ragione, cos'è bene e cos'è male.

Quando i giudici, appurate le prove, condannano tali imputati, sono soliti appurare la loro facoltà di "intendere" e "volere" che ovviamente funziona benissimo. Bisognerebbe però anche valutare la loro capacità di "sentire". E qui si scoprirebbe la radice di certe condotte che risultano aberranti a noi tutti che viviamo sostenuti dal nostro sentimento, ma che non acquistano alcuna rilevanza per chi il sentimento non l'ha mai conosciuto, perché a suo tempo non è stato raccolto, ascoltato, coltivato.

Gli psicopatici sono un caso limite dell'umano, ma la psicopatia come tonalità dell'anima a bassa emotività e a scarso sentimento è qualcosa che si va diffondendo tra i giovani d'oggi che, nella loro crescita, acquisiscono valori d'intelligenza, prestazione, efficienza, arrivismo, quando non addirittura cinismo, nel silenzio del cuore. E quando il cuore tace e più non registra le cadenze del sentimento, il terribile è già accaduto anche se non approda a una strage.

Illustrare questi casi è opportuno, non per sollecitare la nostra curiosità morbosa, ma per capire dove può arrivare la nostra condotta quando non è accompagnata dal sentimento, e quindi richiamare l'attenzione sui processi di crescita dei nostri figli, onde evitare che l'intelligenza si sviluppi disancorata dal sentimento e diventi intelligenza lucida, fredda, cinica, e potenzialmente distruttiva.